I nostri occhi
Avete voi degli occhi buoni? Con l’età gli occhi tendono ad indebolirsi e, in alcune persone, persino a spegnersi. Possono affaticarsi, ammalarsi, avere bisogno di aiuto come con gli occhiali. Possono essere rovinati dal fumo, dalla luce inadatta, dall’abuso che se ne può fare con gli schermi televisivi o del computer, o da posizioni scorrette che si assume leggendo. Esistono ospedali che si prendono cura degli occhi, come gli ospedali oftalmici. E’ importante vederci bene.
Una delle illustrazioni favorite dalla Bibbia per comunicare verità spirituali è quella del contrasto fra luce e tenebre, e quindi l’uso e la condizione dei propri occhi. Gesù, il Maestro per eccellenza, in quello che va per noi sotto il nome di “Sermone sul monte” parla dell’occhio, della sua funzione e condizione, e ne parla per insegnarci importanti verità su noi stessi e sul nostro rapporto o non-rapporto con Dio. Leggiamo così quanto compare nel vangelo secondo Matteo, capitolo 6, i versetti 22 e 23.
“La lampada del corpo è l’occhio; se dunque l’occhio tuo è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso, se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno quelle tenebre!” (Mt. 6:22,23).
Il terrore del buio
Il buio ha sempre fatto paura all’uomo. La paura del buio è una caratteristica umana che ci accompagna fin dalla nostra infanzia. Lo testimonia la nostra letteratura e il nostro cinema, cosiddetto “del terrore” o di horror.
Immaginiamone una tipica scena. Fa parte dell’immaginario collettivo della nostra cultura. …era una notte buia e tempestosa… freddo, pioggia, nebbia, lampi. Stai camminando in una foresta, le ombre delle tante forme che ti attorniano diventano come mostri minacciosi. Cerchi un rifugio, un riparo per la notte. Ecco però stagliarsi laggiù un lugubre castello. Non vi è luce, probabilmente è abbandonato da secoli, pieno di polvere… lontani gelidi rintocchi di una campana stanno suonando la mezzanotte… Ti avvicini timoroso, non c’è altro posto dove andare, ma sei entrato nel regno delle tenebre, il regno dove trionfa la morte, il terrore, il regno delle creature delle tenebre, dei fantasmi. E’ il regno dei demoni, degli assassini, dei malvagi “loschi figuri” che complottano nell’ombra. Il terrore ti attanaglia…
Non importa ora come continui questa storia. Una cosa però è certa: queste immagini presuppongo sempre che all’alba, al canto del primo gallo, i raggi del sole riescano a fugare gradualmente tutto questo, pioggia, nebbia, fantasmi, la paura… Tutto torna sereno. Se prima si sentivano solo grida e versi raggelanti di pipistrelli e gufi, ora cantano amabilmente gradevoli uccellini. E’ vero che vi sono certi personaggi morbosi e perversi che amano le tenebre e i racconti di orrore, che amano la trasgressione e “il proibito”, e magari godono nell’infliggere paura, sofferenza, e a vedere scorrere il sangue… ma si tratta di personalità devianti: se siete come me voi amate la luce, la bellezza chiara del mattino, ciò che è sano, limpido, pulito, gioioso, il regno della vita contrapposto a quello della morte.
L’immagine del nostro cuore
In effetti, queste immagini che brevemente vi ho evocato, possono essere state il riflesso di una qualche realtà, magari …in Transilvania, ma sono essenzialmente il riflesso del cuore umano, della sua mente, del suo essere, dei mostri che solo la mente umana sa creare! Si, perché il “regno delle tenebre” di cui la letteratura ed il cinema abbondano, è il riflesso di ciò che siamo noi, di ciò che noi ci portiamo dentro, o meglio, del cuore umano quando è dominato da malvagi demoni, avversi a Dio e a tutto ciò che è buono. E’ vero: è il nostro cuore, la nostra mente, il nostro intimo, ad essere un vero e proprio “museo degli orrori”. Che giorno spaventoso quando un uomo o un gruppo di persone, riesce a manifestare, a “materializzare”, a concretizzare il mondo tenebroso che si porta dentro. Gli “orrori del Nazismo” sono stati ripetuti mille e mille volte in ogni tempo e cultura. Chiediamoci seriamente il perché!
Gesù, il Salvatore del mondo, aveva ben presente questa realtà del cuore umano. Tutte le volte in cui parlava di luce e di tenebre, come nel caso del nostro breve testo tratto dal Suo “Sermone sul monte”, Egli parlava della condizione umana che Egli era venuto e viene per salvare. Egli diceva: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adultéri, fornicazioni, omicidi, furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza. Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano” (Mr. 7:21-23).
Immaginiamo così proprio il nostro cuore, la nostra vita, come un castello. E’ un castello antico, ma quanti fantasmi ed orrori esso contiene quando in esso regnano le tenebre, la notte, quando in esso non brilla la calda e luminosa luce del sole! Che cos’è questa luce che può illuminare le tenebre del cuore umano? E’ Dio stesso, il Suo Santo Spirito, Spirito di vita, di bellezza, di amore, di giustizia, il quale non solo rischiara e porta vita, ma che brucia “i germi” della perversione, della corruzione, del male, e che scaccia tutti i demoni disgustosi, bugiardi ed omicidi, il cui fine è solo la distruzione di ogni bene e la morte.
I benefici di una finestra
Gesù dice: “La lampada del corpo è l’occhio”, ma è lo stesso che dire una finestra. La lampada, oggetto di grande importanza nella vita umana di tutti i giorni, è portatrice della luce, è strumento di luce, permette il passaggio il brillare della luce in un determinato ambiente, così fa una finestra.
La luce e l’energia del sole, calibrata al punto giusto, passa attraverso la finestra e illumina e riscalda l’ambiente, oppure è portata come una fiammella presa dal grande fuoco, per portarvi tutto il suo beneficio. Quali ne sono i benefici? Vediamone alcuni.
Senso di discernimento
Mediante la luce noi distinguiamo nettamente ciò che sta intorno a noi. Sappiamo se è buono o cattivo, se è, per esempio, una bottiglia di veleno, oppure una bottiglia d’acqua… La luce ci permette di discernere le cose, stabilirne l’uso ed il valore. Questo è particolarmente importante proprio nel contesto immediato in cui si trova questo testo. Gesù, luce del mondo, ci insegna a saper vedere, a discernere il valore reale delle cose che ci circondano, e quindi a focalizzare la nostra attenzione su ciò che più vale.
Poco prima, infatti, Egli parlava delle ricchezze, dei beni di questo mondo. Diceva: “Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore” (Mt. 6:19-21). E’ come se Gesù dicesse: “Guardate con attenzione alle cose di questo mondo, valutatene il valore oggettivo, fate una graduatoria di valori, e concentrate la vostra attenzione sui valori eterni, su ricchezze autentiche, anzi, usate le ricchezze di questo finalizzandole, investendole a fini superiori. E’ ciò che pure afferma l’apostolo Paolo: “Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne” (1 Ti. 6:17).
Proprio per poter valutare con esattezza il valore delle cose che ci circondano, è necessario avere la luce di Dio ed “un occhio” sensibile che investighi attentamente. Una volta ero in un negozio e, guardando i prodotti esposti su uno scaffale vedo un prodotto che mi interessa. Volendo sapere quanto costava, guardo così l’etichetta che vi era stata apposta e rimango del tutto sbalordito, perché quel prodotto costava veramente molto poco! Un prodotto così di solito costa molto, mi dico. “Strano, si vede che è una promozione”. Non volendo così lasciarmi sfuggire l’opportunità, prendo quell’oggetto e mi dirigo alla cassa per pagare. Anche il venditore è sorpreso per quel prezzo. Passa così l’oggetto su un lettore di codici a barre e mi dice: “…ma l’etichetta qui è sbagliata!”. Si, qualcuno per scherzo aveva invertito tutte le etichette dei prezzi: ciò che valeva poco si era visto attribuire un gran prezzo e ciò che valeva molto, un prezzo molto basso. La cosa non era sfuggita, però, all’occhio elettronico! Decido così di non comprare più quel prodotto: non potevo pagare il suo vero prezzo.
La stessa cosa accade oggi per altre cose: qualcuno ha scambiato “le etichette”: quanta gente dà eccessivo valore a cose da nulla che non durano, e poco valore ai valori eterni! Davvero un brutto scherzo! Il problema oggi è che molti non vedono lo “scherzo” giocato ai loro danni e danno valore a ciò che in realtà ne ha poco: hanno bisogno della luce di Dio e di una sorta di “occhio elettronico” che permetta loro di vedere veramente. Ecco perché Gesù si occupa, nel brano che consideriamo oggi, dei nostri occhi, della nostra vista, dicendoci che “vedere bene” e non lasciarci ingannare dalle apparenze, è per noi di importanza vitale.
…per non inciampare e sbattere
Quando c’è luce, non dobbiamo più andare a tastoni, e non corriamo il rischio di inciampare e cadere. Vediamo con esattezza dove dobbiamo andare e quali siano gli ostacoli da evitare per giungere a quella destinazione.
Moralmente e spiritualmente molte persone vivono davvero al buio. La loro vita non ha un senso ed una direzione precisa verso la quale camminare, ed anche se la conoscessero, se anche ne fossero informati, non sanno proprio “come muoversi” e vanno avanti alla cieca, sbattendo contro degli ostacoli, inciampando e cadendo. Non hanno il senso del giusto e dello sbagliato, “vanno per tentativi” o dove li guida il loro ingannevole cuore… A volte prendono una strada che a loro sembra buona, ma che in realtà non lo è. Dice la Bibbia: “C’è una via che all’uomo sembra diritta ma la sua fine sfocia in vie di morte” (Pr. 14:12).
Oggi viviamo nel tempo del relativismo, dove si crede che tutte le idee, tutte le fedi, tutte le filosofie vadano bene e che portino allo stesso obiettivo. Questo è però il punto di vista di chi spiritualmente e cieco e confuso. Non sa bene quale strada prendere ed allora si illude che tutte le strade siano buone!
La luce di Dio, però, mostra, per la nostra vita chiari punti di riferimento. Il navigatore di un tempo stabiliva la sua posizione e la sua rotta osservando la posizione relativa delle stelle con speciali apparecchi. Se la nebbia, però, gli impediva di vedere le stelle, egli era totalmente in balia delle onde, e la sua rotta totalmente casuale. Avrebbe potuto benissimo finire contro gli scogli e sfracellarsi. Allo stesso modo Iddio solo può mostrare nella nostra vita chiari punti di riferimento: per questo abbiamo bisogno di un “occhio” sano e bene addestrato.
Una questione di igiene
La luce, poi mette in evidenza lo sporco. Con la luce vediamo dove sia lo sporco, ciò che non è per noi igienico e salutare, e siamo in condizione di poter ripulire la camera. Ci permette di fare e conservare l’ordine. In un ambiente buio non si vede lo sporco. La luce illumina anche gli angoli più reconditi della nostra abitazione e vediamo quel che vi è: sporco, disordine. Certamente dobbiamo avere pure un “occhio allenato”. Qualche volta mia moglie si guarda intorno in casa e dice: “Che disordine… che sporco…”. E io dico: “Ma no, a me sembra tutto a posto”. Certo, si può anche esagerare con l’ordine e la pulizia, ma “l’occhio clinico” di chi sa che cosa sia la pulizia, scopre sempre ciò che non è in ordine e non igienico.
Può anche essere che spesso non ci sia comodo vedere lo sporco e il disordine e che in esso si ami “sguazzare”. E’ vero. E’ vero pure che però alla fin fine siamo solo noi ad averne il danno vivendo in modo “non pulito”, materialmente, moralmente e spiritualmente. Prima o poi, vivendo così, ne pagheremo le conseguenze. Gesù disse: “Infatti chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano riprovate; ma chi pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio” (Gv. 3:20,21). Per questo la Parola di Dio ci dice altresì di esaminare sempre “…ciò che è accettevole al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele, perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto” (Ef. 5:10-12). La luce “riprende”, denuncia, combatte “le opere delle tenebre” che sono e rimangono sempre “infruttuose”.
Comprendete ed apprezzate il valore della luce? La “bellezza” delle tenebre è del tutto illusoria. La luce del sole rappresenta lo splendore meraviglioso di Dio, la Sua presenza, vita, salute, amore, armonia, pace, giustizia, legge ed ordine.
La “purezza” dell’occhio
Ci si deve fare così la domanda: Com’è la condizione del vostro “castello”? Piena di oscurità, di polvere, …di fantasmi, di mostri, di morti “viventi”, di vampiri, di grida, angoscia e terrore, piena di morte? Che vi piaccia veramente stare in questa situazione ho i miei dubbi…Soltanto la luce di Dio in Cristo può far si che tutto questo in voi sparisca.
La luce è buona, ma per poterla apprezzare e utilizzare al meglio, abbiamo bisogno, lo abbiamo già notato, pure di un organo adatto e sano. Per questo Gesù dice: “La lampada del corpo è l’occhio; se dunque l’occhio tuo è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso”.
Come la luce entra nel nostro corpo attraverso l’occhio, così noi abbiamo una facoltà spirituale che permette il personale nostro contatto con tutto ciò che Dio, fa e può fare. L’altra domanda che così ci dobbiamo fare è: in quali condizioni è la vostra “finestra” che vi permette di entrare in contatto con tutto ciò che Dio è, fa e può fare? Gesù non parla qui tanto dei nostri occhi fisici, ma della capacità di vedere la luce spirituale in contrasto con la luce naturale. L’occhio è l’organo attraverso il quale la luce entra nel nostro corpo. Lo stesso avviene in senso spirituale. Noi abbiamo la capacità potenziale di percepire e di godere ricchezze spirituali: usiamo noi la capacità di vedere ciò che davvero ha più valore, oppure i nostri sensi spirituali sono viziati?
La nostra “finestra”, così, è forse murata o ostruita da sassi perché scioccamente voi dite di preferire le tenebre? Oppure questa “finestra” è sporca e attraverso di essa noi non vediamo che cosa sta al di fuori d’essa, né la luce può entrare in tutto il suo splendore salutare? Un tempo io gestivo, con mio padre, un’impresa di pulizie di banche e locali pubblici. Uno dei miei “incubi” erano le finestre che in queste banche ed uffici, dovevano essere sempre perfettamente pulite!
In quali condizioni è la vostra “finestra” che potrebbe fare entrare in voi la luce e la vita di Dio? Se il tuo occhio è “puro”, dice il Signore Gesù, tutto il tuo corpo ne risulterà illuminato, ma se è “viziato”, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Dovrebbe esserci luce in te, perché la luce è la tua vita, ma se la luce non vi arriva, come dovrebbe, quanto grandi e spaventose possono essere queste tenebre! E’ questa la vostra condizione?
Un termine di ampio significato
In positivo. Gesù dice: “…se dunque l’occhio tuo è puro”. L’aggettivo qui tradotto con “puro” può essere reso anche da altri concetti. Il nostro “occhio” (quello che guarda verso Dio) è importante che sia: trasparente, semplice, onesto, retto, integro, aperto, chiaro, pulito, non confuso. Il concetto è qui quello di apertura, trasparenza, disponibilità. Il nostro essere, in una parola, deve essere “spalancato” senza pregiudizi verso Dio, fiducioso, non “sospettoso”, proprio per lasciare entrare in noi tutta la benefica luce di Dio. Dobbiamo essere come una finestra il cui scopo è chiaro, e che “si dà” interamente per lo scopo per il quale era stata fatta, cioè essere passaggio per la luce. Non come quelle finestre finte, dipinte sui muri di certe case!
Per usare altre metafore, non dobbiamo aver paura del sole e rinchiuderci nell’ombra: da Dio non potremmo altro che ricevere del bene. Dobbiamo essere chiari, schietti e sinceri, “privi di complicazioni” come i comandamenti di Dio. Il saggio che accoglie di cuore i comandamenti di Dio è retto, cioè la sua vita ha un indirizzo chiaro, non soffre di contraddizioni e lacerazioni interne.
In negativo. Un concetto simile è poter rispondere alla domanda è “Come guardiamo noi alle cose, alle persone, alle situazioni, a Dio?”. Potremmo “non vederle neanche” (le altre persone), come chi degli altri non gli importa nulla perché concentrato tutto in sé stesso. Potremmo guardare con occhi pieni di pregiudizi negativi, di cattiveria, di sospetto, di sfiducia. Potremmo guardare agli altri, alle cose, alle persone, ai fatti della vita, con pessimismo. In questo senso lo sguardo può essere “viziato”, l’occhio può essere “viziato”.
Il termine originario deriva da concetti come: carico di fatica, sofferente, infelice, misero, incapace, malato, malandato, ma anche cattivo e riprovevole. E’ inservibile, senza valore, andata a male, corrotto, separato da Dio, disgraziato, sventurato. E’ un “occhio” che rende cattivo servizio. Una “finestra” che “fa opposizione alla luce”, come lascia intendere questo termine nel Nuovo Testamento, a che serve?
Interessante, a questo riguardo è la superstizione del “malocchio” per cui certe persone, solo guardandoti, potrebbero lanciarti maledizioni, disgrazie. La cosa non è possibile, ma dice molto sulla persona che manifesta cattiveria e cattive intenzioni verso gli altri.
Gesù dice: “…se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso, se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno quelle tenebre”. Un “occhio viziato” produce sempre una personalità distorta e malata. In italiano c’è anche l’espressione “perdere il lume della ragione”: in questi casi una persona così “sragiona”, non usa più la logica e la razionalità, ha allucinazioni, vede cose che non esistono, immagina cose che altri non hanno mai fatto né pensato, assume comportamenti autodistruttivi.
Ecco così come “l’occhio” possa essere “non semplice”, non chiaro, e lo sguardo cattivo ed invidioso, segni esteriori di una dilacerazione interna, di un’adesione non integra a Cristo, di un “cuore diviso”, incerto, che non ha ancora scelto chiaramente fra l’illusoria attrattività del mondo e Cristo. I nostri “occhi spirituali” sono allora sani o malati?
Vederci “doppio”. Uno sguardo “viziato” è anche uno sguardo che “ci vede doppio”, che è strabico, che guarda in due direzioni senza saper scegliere “una buona volta” da che parte andare. E’ la situazione di molti cristiani che “guardano in due direzioni”: si sentono attratti da Dio, ma anche dal mondo, non sanno veramente che cosa scegliere. Al popolo di Israele che stava per entrare nella terra promessa, Giosuè dice: “…E se vi pare cattiva cosa servire l’Eterno, scegliete oggi chi volete servire, o gli dèi che servirono i vostri padri di là dal fiume, o gli dèi degli Amorei, nel cui paese voi abitate; quanto a me e alla mia casa, serviremo l’Eterno”(Gs. 24:15). Anche al tempo di Elia, egli “si avvicinò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando tentennerete fra due lati? Se l’Eterno è DIO, seguitelo; ma se invece lo è Baal, seguite lui». Il popolo non rispose parola” (1 Re 18:21).
Il nostro “occhio” non deve essere offuscato dalle cose di questo mondo, dal dio denaro. Uno dei problemi di cui oggi molto soffrono è la mancanza di concentrazione, la facilità di essere distratti dalle mille cose di questo mondo e non riuscire a seguire il “filo del discorso” ad esempio, di un insegnante o di un predicatore dell’Evangelo. Se il nostro occhio è chiaro, esso concentra la sua attenzione sulle cose giuste. Abramo, Isacco, Giacobbe, erano molto ricchi di beni materiali, ma il loro cuore non era in queste cose. Abramo era stato disposto a sacrificare quanto di più prezioso avesse, se Dio glielo avesse chiesto, com’è avvenuto quando Dio gli aveva chiesto il sacrificio di Isacco. L’attenzione di Abrahamo era focalizzata unicamente sulla gloria di Dio: per lui ciò che più importava era ubbidire a Dio.
Esaminiamo, così, se i nostri occhi sono puri ed incontaminati, non corrotti dalle cose di questo mondo.
Conclusione
La luce è davvero meravigliosa in tutti i suoi effetti. Guardate che cosa fa la luce sulle piante, innescando la fotosintesi, e permettendo loro la vita e la crescita. Così è pure l’effetto di Dio sulla vita umana. Dobbiamo avere la determinazione di lasciarci illuminare da Dio ed avremo vita autentica.
Se i nostri occhi sono puri, la nostra visione sarà chiara, vedremo bene la verità di Dio ed avremo la gloria di Dio come unico nostro obiettivo. Per questo la stessa prima richiesta del Padre nostro ci insegna precisamente questa verità: “Sia santificato il tuo nome”. Il primo e più grande desiderio del nostro cuore deve essere quello di glorificare il nome di Dio. E’ necessario perciò “ripulire” i nostri occhi per vedere quanto sia importante che Dio sia glorificato in ogni aspetto della nostra vita, che la nostra determinazione sia che Dio sieda sovrano sul trono della nostra vita.
Se i nostri occhi sono puri, incontaminati, Cristo è il solo oggetto della nostra fede e del nostro amore. Le cose di quaggiù non avranno più, così, il primo posto nel nostro cuore. Anche i beni di questo mondo sono doni che ci fa il Signore, ma il nostro interesse ultimo non sta in essi.
“Non guardare all’acqua sotto di te”, si dice a chi deve attraversare un ruscello su uno stretto asse di legno, “sennò cadrai, guarda avanti al punto dove devi giungere”. L’acqua del ruscello è come le prove e le tentazioni di questa vita.
Se teniamo i nostri occhi fissi su Cristo, non ci lasceremo distrarre dalle cose di questo mondo, relative e passeggere, ma arriveremo alle meta che Lui ci pone di fronte.
Se la nostra anima anela ad essere giusta di fronte a Dio, il nostro “occhio”, fissato su Cristo verrà inondato di luce. Gesù disse: “E Gesù di nuovo parlò loro, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita»” (Gv. 8:12).
Dobbiamo guardare a Gesù come autore e compitore della nostra fede: “considerate colui che sopportò una tale opposizione contro di sé da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate e veniate meno” (Eb. 12:3). Quando il nostro occhio è fissato sull’oggetto della nostra fede, ed abbiamo occhi incontaminati, allora seguiremo Gesù: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita» (Gv. 8:12).
Un giorno Dio sarà tutto in tutti, e non ci saranno più tenebre. E’ meravigliosa l’immagine finale presentata dal libro dell’Apocalisse. Parla della “Nuova Gerusalemme” e l’autore, dopo averla descritta, dice: “E qui non ci sarà più notte alcuna e non avranno bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà, ed essi regneranno nei secoli dei secoli” (Ap. 22:5). E’ il punto culminante della grande visione biblica, il trionfo dell’immagine della luce e delle tenebre. Fin da oggi possiamo pregustare quel giorno glorioso quando seguiremo fedelmente, senza tentennare, il Signore e Salvatore Gesù Cristo, luce del mondo. Non lasciamoci dunque distrarre, conserviamo il nostro sguardo spirituale aperto e fisso su quell’obiettivo.